È evidente, infatti, che saper mediare tra esigenze provenienti da diverse dimensioni della nostra vita – mentale, corporea, emotiva, sociale, affettiva e spirituale – è garanzia di buona forma psicofisica e di una valida capacità d’interazione con l’ambiente. La psicosomatica è l’arte e la scienza di curare l’essere umano come totalità. Il suo scopo è favorire lo sviluppo di una nuova e differente consapevolezza della vita e della malattia. L’eziopatogenesi di un disturbo è sempre multifattoriale. Ogni “malattia” nasce da una molteplicità di cause: fisiche, genetiche, alimentari, comportamentali, lavorative, ambientali, energetiche, relazionali, emotive, sociali, psicologiche, karmiche, spirituali e così via. In alcuni casi, la malattia porta con sé le conseguenze di un atteggiamento mentale distruttivo di cui il paziente prende via via consapevolezza, adoperandosi e collaborando per rimuovere le cause della malattia stessa. Questa guarigione coincide direttamente con la sua crescita. A volte, invece, la persona non ha la forza, o la chiarezza, di affrontare il problema, perché su di essa gravano condizionamenti troppo profondi per essere risolti in quel momento col suo livello di consapevolezza. La regolazione delle emozioni è il risultato di opzioni tra cui il soggetto si trova a dover scegliere, di volta in volta, in funzione della natura e intensità della situazione attivante, della disponibilità delle proprie risposte psichiche, della natura e qualità dei propri interessi e scopi, del contesto di riferimento. Proprio per questo motivo, la capacità di adottare strategie efficaci di regolazione è considerata come un aspetto fondamentale per l’adattamento dell’individuo, per il suo funzionamento sociale nonché per il suo benessere soggettivo. Ogni singola emozione può svolgere differenti funzioni, in base al contesto e alla natura delle conseguenze considerate. Nel complesso, però, si può ritenere che il significato psicologico delle emozioni risieda nel loro ruolo di interfaccia nella mediazione tra soggetto e ambiente. Le emozioni sarebbero dei segnali che intervengono nel nostro organismo, in grado di acquisire la precedenza necessaria per interrompere le altre attività e mobilitare il soggetto a una risposta pronta di fronte alla situazione attivante. L’insorgere delle emozioni sarebbe quindi dovuto a un conflitto tra gli scopi dell’individuo e le condizioni dell’ambiente: le emozioni contribuiscono alla risoluzione di questo conflitto tramite la riorganizzazione e il riordinamento delle priorità degli scopi del soggetto stesso.
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Nel controllo delle proprie emozioni esiste comunque una variabilità interindividuale che differenzia le persone in base al loro modo di vivere l’esperienza emotiva. In particolare si possono distinguere gli esternalizzatori, che si caratterizzano per una maggior inclinazione a manifestare agli altri i propri vissuti emotivi e, dal lato opposto, gli internalizzatori, che sono invece più propensi a tenere per sé le proprie esperienze emotive. La medicina cinese è di tipo energetico: tenta di individuare il disequilibrio o l'ostacolo nel movimento del QI e quindi di agire regolandolo e riequilibrandolo. Il TuiNa è un trattamento efficace soprattutto nei casi in cui sono presenti dolore, contrattura, tensione fisica e psichica. Trova un'importante applicazione in quelle che i testi cinesi classici e contemporanei definiscono "malattie delle emozioni", cioè i disturbi con una componente psichica prevalente quali ansia, insonnia, irritabilità, stanchezza mentale, umore depresso, instabilità emotiva. L'aspetto psichico è spesso altrettanto importante nelle patologie più specificamente somatiche, siano esse di tipo doloroso (contratture e rigidità muscolari e articolari, cefalee, dismenorree, gastralgie) o funzionale (oppressione toracica, gonfiore addominale, alterazione dell'alvo, irregolarità del ciclo). Con le differenti tecniche del TuiNa si agisce intervenendo sui meridiani implicati nella gestione delle emozioni riattivando l’equilibrio dell’organismo. La riattivazione si ottiene con massaggi localizzati agendo sia su contratture già presenti a livello muscolare e articolare sia prevenendo i blocchi energetici provocati da agenti esterni che influiscono sull’organismo quali stanchezza, difficoltà lavorative, difficoltà relazionali, affaticamento generalizzato. Nella terapia si prendono in considerazione non solo i meridiani implicati nella genesi della patologia,ma anche tutti gli altri ad essi connessi, soprattutto quelli legati all’ emotività e alla gestione dello stress, facilitando così la regolazione energetica mente-corpo. Il trattamento localizzato aiuta la riattivazione dell’energia dell’organismo facendo in modo che l’organismo stesso abbia il tempo di riprendere lentamente le sue funzioni,reagendo in modo naturale alla terapia. Gloria Casot psicologa ed esperta di TuiNa |